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Basilicata, alla Caritas 4.442 persone in stato di povertà: +20% in un anno

  • redazioneilgazzett
  • 2 giorni fa
  • Tempo di lettura: 2 min

Nella diocesi di Potenza-Muro-Marsico, il 90% degli interventi è per aiuti alimentari



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Nel 2024, 4.442 persone si sono rivolte ai 26 centri della Caritas diocesana di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo, con un aumento del 19,7% rispetto al triennio precedente. Emergono soprattutto due profili: da un lato persone seguite da anni, con fragilità radicate e percorsi di reinserimento complessi; dall’altro i nuovi poveri, spesso con lavori discontinui, redditi insufficienti e instabilità familiare.

Il 56% delle persone assistite è composto da donne, il 74% è italiano e due su tre hanno figli. La fascia più colpita è quella degli over 55, spesso disoccupati di lungo corso e con scarse possibilità di ricollocazione. I dati sono contenuti nel Rapporto “Povertà ed esclusione sociale 2025 – Spes contra spem”, presentato a Potenza alla presenza dell’arcivescovo metropolita Davide Carbonaro e della direttrice della Caritas, Marina Buoncristiano.

Dal documento emerge che il 32% delle famiglie seguite ha almeno un membro impiegato in lavori irregolari. Diminuisce il numero di persone con diploma che chiedono supporto, mentre cresce la preoccupazione per gli anziani ultrasettantenni. L’88% delle famiglie non riesce a coprire le spese con il proprio reddito e, pur non registrandosi una vera emergenza abitativa, aumenta la rinuncia alle cure sanitarie.

La Caritas interviene soprattutto con aiuti alimentari e sostegni economici; il 64% dei contributi è destinato al pagamento delle utenze domestiche. Più della metà delle famiglie beneficia dell’Assegno di Inclusione, ma quasi il 49% degli assistiti non riceve alcuna forma di supporto pubblico. Tra questi, l’età media è di 58 anni, spesso con scolarità bassa e, nel 20% dei casi, con un lavoro che comunque non garantisce redditi adeguati.

«Nei nostri centri d’ascolto – ha commentato Buoncristiano – incontriamo persone che non riescono più a sostenere il costo della vita, che lavorano ma non ce la fanno comunque, o che si sentono abbandonate. La povertà non è un problema individuale né un destino personale. Servono scelte politiche coraggiose e strutturali: lavoro dignitoso, accesso al cibo di qualità, casa, salute, educazione. Non si possono lasciare sole le famiglie, né delegare alla solidarietà ciò che è compito della responsabilità pubblica».

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