top of page

Puglia, la diga di Occhito a un passo dal volume morto: allarme siccità di Coldiretti

  • redazioneilgazzett
  • 3 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

ree

“Solo 42 milioni di metri cubi d’acqua rimasti. Rischio per agricoltura e forniture idriche”


È allarme idrico in Puglia. La diga di Occhito, principale bacino della Capitanata, è ormai prossima al volume morto, con appena 42 milioni di metri cubi d’acqua rimasti sui 40 milioni minimi necessari per il funzionamento. A lanciare l’allarme è Coldiretti Puglia, che denuncia una situazione ormai critica, confermata dai dati dell’Osservatorio ANBI sulle risorse idriche.

Le riserve idriche foggiane sono scese sotto il 15% della capacità complessiva, mentre la regione continua a fare i conti con una siccità prolungata e una mancanza di piogge che dura da mesi. Dal 20 ottobre, l’Acquedotto Pugliese ha introdotto riduzioni di pressione in tutta la rete e, in Basilicata, sono previste sospensioni notturne dell’erogazione a partire da metà novembre.

L’Autorità di bacino dell’Appennino meridionale ha elevato al massimo il livello di severità idrica per il servizio potabile, descrivendo “una crisi lunga e profonda, iniziata nel 2024 e destinata a protrarsi fino al 2026”. Anche gli invasi lucani, per la prima volta, scendono sotto i 90 milioni di metri cubi complessivi: la diga di Monte Cotugno, la più grande in terra d’Europa, contiene oggi solo 38,5 milioni di metri cubi d’acqua, contro una capacità autorizzata di 272 milioni.

Secondo Coldiretti, le ripercussioni sull’agricoltura sono già gravi: “Sono a rischio le coltivazioni di ortaggi e verdure dei prossimi mesi, mentre nei pascoli è crollata la produzione di foraggio verde”.

L’associazione chiede con urgenza un piano strategico di invasi per la raccolta e la gestione dell’acqua, dotato di sistemi di pompaggio che possano anche produrre energia elettrica. “Solo una rete di bacini diffusa – sottolinea Coldiretti – può garantire riserve idriche nei periodi di siccità e contenere i danni delle piogge torrenziali, sempre più frequenti a causa dei cambiamenti climatici.”

Commenti


bottom of page