A Reggio Calabria un’intesa per migliorare la gestione delle aziende sequestrateLa prefetta Vaccaro: “Strumento per affrancarsi da ogni tipo di infiltrazione”
- redazioneilgazzett
- 10 nov
- Tempo di lettura: 2 min
La prefetta Vaccaro: “Strumento per affrancarsi da ogni tipo di infiltrazione”

Un protocollo d’intesa per rafforzare la collaborazione tra le istituzioni e gli operatori economici impegnati nella gestione dei beni e delle aziende sequestrate o confiscate alla criminalità organizzata è stato siglato oggi nella Prefettura di Reggio Calabria.
La prefetta Clara Vaccaro ha definito l’accordo “uno strumento per aiutare le aziende a costruire quei sistemi di anticorpi e quelle strutture necessarie per affrancarsi definitivamente da qualsiasi tipo di infiltrazione”.
Oltre alla magistratura e all’Agenzia nazionale per i beni sequestrati e confiscati, il protocollo coinvolge anche l’Associazione bancaria italiana e gli ordini professionali degli avvocati e dei commercialisti.
Vaccaro ha sottolineato che l’obiettivo “non è quello di soffocare le aziende sottoposte a misure di prevenzione, ma di accompagnarle in un percorso di risanamento che consenta loro di sopravvivere sul mercato, riconquistare la fiducia del territorio e dei partner finanziari”.
Alla firma del protocollo ha partecipato anche la sottosegretaria all’Interno Wanda Ferro, che ha definito l’iniziativa “un passo importante per permettere alle aziende di avvalersi di competenze e professionalità qualificate”. Ferro ha inoltre annunciato l’istituzione di un tavolo permanente in Prefettura per monitorare l’attuazione del protocollo: “In Calabria – ha ricordato – i beni sequestrati sono 3.823, di cui ben 2.692 solo nella provincia di Reggio, pari al 70,42% del totale regionale”.
Per la direttrice dell’Agenzia, Maria Rosaria Laganà, l’accordo “può produrre risultati significativi”, mentre la presidente del Tribunale di Reggio Calabria, Maria Grazia Arena, ha evidenziato come “l’accesso al credito per le aziende sequestrate o confiscate possa rivelarsi vitale”.
Il procuratore Giuseppe Borrelli ha aggiunto che “la firma di questo protocollo rappresenta un momento importante: dobbiamo ricordare che l’attività delle organizzazioni criminali, pur illecita, genera ricchezza. È fondamentale ricondurre queste risorse entro canali leciti, trasformandole in occasioni di sviluppo”.
Infine, il procuratore generale Gerardo Dominijanni ha espresso soddisfazione: “Già nel 2022 avevo sollevato il problema delle aziende liquidate inutilmente, con la conseguente perdita di posti di lavoro. Questo alimentava la percezione che la ’ndrangheta creasse occupazione mentre lo Stato la distruggesse. Oggi vedo con orgoglio che quell’appello ha trovato un riscontro concreto. Dispiace solo che la Commissione parlamentare antimafia, da quattro anni, non abbia ancora dato seguito a quella richiesta”.



Commenti