Truffe digitali con lo spoofing: 11 arresti tra Napoli e provincia
- redazioneilgazzett
- 7 ott
- Tempo di lettura: 2 min
La banda acquistava dati sensibili dal dark web. Vittime soprattutto anziani

Una vera e propria rete criminale specializzata in frodi informatiche è stata smantellata dai Carabinieri di Giugliano in Campania, con il coordinamento della Procura di Napoli Nord. Undici le persone arrestate nell’ambito dell’operazione: per dieci è stato disposto il carcere, mentre una è finita agli arresti domiciliari.
Il gruppo è accusato di aver sottratto ingenti somme di denaro dai conti correnti di numerose vittime utilizzando la tecnica dello spoofing, un sofisticato raggiro telefonico che permette ai truffatori di mascherare il proprio numero facendolo apparire come quello di una banca o di un ente ufficiale.
Secondo quanto emerso dalle indagini – dirette dal sostituto procuratore Cesare Sirignano – gli indagati acquistavano dal dark web i dati sensibili delle vittime, soprattutto persone anziane, e poi le contattavano fingendosi operatori bancari. Durante la telefonata, convincevano i malcapitati a fornire informazioni riservate oppure a effettuare operazioni apparentemente finalizzate alla sicurezza del conto, ma in realtà destinate a svuotarlo.
Le accuse mosse a vario titolo agli arrestati sono pesanti: associazione per delinquere, truffa aggravata, ricettazione, indebito utilizzo e falsificazione di strumenti di pagamento.
L’inchiesta ha visto la collaborazione di aziende come American Express, Leroy Merlin e diversi istituti bancari tra cui Poste Italiane, Intesa Sanpaolo, UniCredit, BNP Paribas e PayPal. È stato così possibile ricostruire il modus operandi della banda, attiva tra Napoli e provincia, e in particolare a Giugliano in Campania.
I truffatori agivano con due tecniche principali. Nella prima, dopo aver inviato SMS di phishing con falsi avvisi di addebito, contattavano telefonicamente la vittima spacciandosi per addetti alla sicurezza bancaria. Con un linguaggio tecnico e rassicurante, convincevano le persone a fornire numeri di carta, codici PIN e OTP, che venivano immediatamente utilizzati per fare acquisti di valore sul sito di Leroy Merlin. Tra i prodotti più acquistati: elettrodomestici, caldaie, condizionatori, trapani e materiale edile, che venivano ritirati presso il punto vendita da corrieri compiacenti e poi rivenduti a ricettatori.
La seconda modalità prevedeva invece l’induzione delle vittime a trasferire volontariamente il proprio denaro su conti intestati a prestanome, convinte che fosse l’unico modo per “mettere in salvo” i risparmi da un presunto attacco informatico in corso.
Le indagini hanno permesso di ricostruire almeno 22 truffe consumate e di sventarne altre decine grazie all’intervento tempestivo dei carabinieri. Sono stati sequestrati sistemi informatici, denaro contante e orologi di lusso, per un valore complessivo superiore ai 150 mila euro.
Particolarmente allarmanti, secondo la Procura, le modalità con cui il gruppo agiva. “Lo scenario delineato dalle indagini si è rivelato preoccupante – ha dichiarato in una nota il procuratore facente funzioni Anna Maria Lucchetta – sia per il numero delle vittime, sia per la sistematicità con cui venivano raccolti i dati personali e orchestrati i raggiri telefonici ai danni, soprattutto, di soggetti fragili”.



Commenti