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Morta dopo aborto, la Cassazione rinvia alla Corte d’appello civile

  • redazioneilgazzett
  • 12 nov
  • Tempo di lettura: 2 min

Annullata la sentenza di assoluzione per i quattro medici del Cannizzaro di Catania


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La Corte di Cassazione ha annullato con rinvio alla Corte d’appello civile la sentenza di assoluzione, emessa nel processo penale, nei confronti di quattro medici del reparto di ginecologia e ostetricia dell’ospedale Cannizzaro di Catania per la morte di Valentina Milluzzo, la 32enne deceduta il 16 ottobre 2016, alla 19ª settimana di gravidanza, dopo aver perso – con due aborti spontanei – i gemelli concepiti tramite fecondazione assistita.

La decisione della Suprema Corte riguarda solo il versante civile del procedimento, poiché la sentenza penale di assoluzione – emessa l’11 novembre 2024 con la formula “perché il fatto non sussiste” – era stata impugnata unicamente dalla parte civile, rappresentata dalla sorella della vittima, Angela Maria Milluzzo, assistita dall’avvocato Salvatore Catania Milluzzo, e non dalla Procura generale di Catania.

In primo grado, il 27 ottobre 2022, i quattro medici erano stati condannati per omicidio colposo a sei mesi di reclusione (pena sospesa) e al pagamento di una provvisionale di 30mila euro alla sorella della donna. La sentenza era stata poi ribaltata in appello, dove la Procura generale aveva chiesto la conferma della condanna pronunciata dal Tribunale monocratico di Catania, ma la Corte aveva assolto gli imputati.

I medici assolti sono Ivana Campione, Giuseppe Maria Alberto Calvo, Alessandra Coffaro e Vincenzo Filippello, tutti in servizio nel reparto di ostetricia e ginecologia e avvicendatisi nei turni di guardia tra il 15 e il 16 ottobre 2016.

Secondo la Procura di Catania, ai quattro professionisti era contestata una colpa professionale per “imprudenza, negligenza e imperizia”, che avrebbe portato al trasformarsi della sepsi in shock settico irreversibile, provocando la morte della paziente.

Il caso, che suscitò ampia risonanza nazionale, fu oggetto anche di un’ispezione del Ministero della Salute, che inviò i propri ispettori presso l’ospedale Cannizzaro per verificare la gestione clinica e organizzativa dell’episodio.

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